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giovedì 26 gennaio 2012

Recensione del film Mediterraneo


Oggi vorrei recensire uno dei film più famosi della storia del nostro panorama cinefilo: Mediterraneo del regista Salvatores.
Sono trascorsi vent’anni da quando questo film uscì nelle sale cinematografiche italiane.
Forse nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo sul risultato ottenuto in tutto il mondo, compreso l’Oscar come miglior film straniero 1992
Eppure è sempre bello, emozionante riguardarlo anche a distanza di così tanto tempo.
Durante lo svolgimento della seconda guerra mondiale , un gruppo di soldati italiani viene mandato in “missione” in una sperduta  e calda isola greca.
Questo gruppetto è composto, fondamentalmente, da uomini alquanto sbandati e imbranati. Niente a che vedere con l’immagine dura e implacabile che dovrebbe appartenere ai soldati in guerra.  L’ambientazione è meravigliosa, dal mare color smeraldo , alle scogliere selvagge che scendono a strapiombo sull’acqua, alle case bianche e candide del piccolo villaggio greco.
La trama descrive il soggiorno di questi soldati in una sorta di paradiso terrestre, mentre tutto il mondo sta vivendo gli orrori della più sanguinosa e drammatica guerra che l’umanità abbia mai vissuto. Questi soldati vengono “dimenticati”  e si ritrovano a vivere per anni in un “mondo diverso” , lontano da tutte quelle brutture e miserie, che sono stati i motivi che li hanno costretti ad abbandonare i propri affetti famigliari, il proprio lavoro, la propria patria.
La meraviglia di questa pellicola sta nella semplicità , nella sua genuinità ….come una sorta di necessità di rifugiarsi in un contesto più spensierato , mentre il mondo intorno sta per crollare.
In un panorama suggestivo che dà la sensazione di “eterna vacanza” , Mediterraneo descrive la realtà dei paesi dove la semplicità sta alla base della serenità quotidiana.
Dal punto di vista etico-morale, Mediterraneo può apparire come una metafora della vigliaccheria, della fuga da una realtà dalla quale tutti vorrebbero fuggire.
Nonostante ciò, i protagonisti appaiono  positivi e piacevoli.
Infatti ogni personaggio nel film compie un mutamento personale .
Il tenente libera , finalmente, la propria aspirazione artistica , Farina  cambia opinioni sulla visione dell’essenza della vita, mentre Lorusso (spesso sotto effetto di alcool e droghe leggere)  comincia a valutare idee e pensieri innovativi , pregni di infinita e ironica sagacia.
Un film dedicato a tutte quelle figure umane , che fanno fatica a liberarsi da un ‘esistenza precaria e insoddisfacente , che sembra trovare nella fuga  il suo estremo riscatto nell’alternativa di un presente pesante da gestire.
Ottime le interpretazioni degli attori , da Abatantuono in completo stato di grazia , a Bisio che ,come sempre, riesce ad entrare nel cuore dello spettatore .
Una nota di ulteriore merito va alla colonna sonora, epica, magistrale , quasi selvaggia  , che sembra donare al film una sfumatura di sensuale e accattivante magia.
E’ stato bello poterlo rivedere ……    Gina Margiotta

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