dedicata ad Alda Merini
Gridare e poi tacere.
E ridere cinicamente ,
dimenticando i vetri rotti sul pavimento invecchiato.Sarà più caldo domani.
E già sento le urla che mi ronzano in testa
e mi domandano : " Scusa ma dove stai andando?"
Io non rispondo. Perchè dovrei farlo?
Ti sto dando fastidio? Allora vattene....
Io non ho bisogno di nessuno.
Ma prima di andartene, volgi a me lo sguardo
e dissetami con le parole che non osi pronunciare.
Sono come un automa.
Un corpo che cammina tra le margherite stanche
e non sa più distinguere la luce dal buio.
I vetri sono piccoli frammenti di rabbia.
Ho come la sensazione che stiano bene là dove stanno.
Non ho proprio voglia di riordinare.
Voglio sdraiarmici sopra
e tentare di ferire i miei giorni,
e poi ridere di tutto ciò che mi fa piangere,
di tutto ciò che mi spaventa.
E dimenticarmi,
annullando tutto intorno a me.
Dimenticarmi e, come un eremita,
allontanarmi da voi persone normali.
Se essere normali
significa non avere più paura
e non ridere di tutto ciò che ci fa piangere,
allora preferisco la mia follia.
Almeno io non ho smesso di vivere.
Voi l'avete già fatto
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