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venerdì 11 maggio 2012

Obama dice sì ai matrimoni gay

Il presidente degli Stati Uniti:
la società è cambiata, giusto legalizzare le nozze omosessuali

di PAOLO MASTROLILLI
inviato a New York
Svolta storica del presidente Obama, che ha deciso di appoggiare i matrimoni gay. Lo ha fatto ieri durante un’intervista con la tv «Abc», cambiando la posizione che aveva tenuto durante tutta la sua carriera politica. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney ha subito risposto di essere contrario, impegnandosi a favorire un emendamento costituzionale che vieti le unioni tra gli omosessuali. Così si apre un fronte che potrebbe diventare decisivo nelle elezioni di novembre, soprattutto negli stati più in bilico come la North Carolina, che proprio martedì ha votato a favore di un referendum per impedire le nozze tra i gay.

Parlando con la giornalista Robin Roberts, Obama ha annunciato così la sua decisione: «Ad un certo punto ho concluso che per me personalmente è importante andare avanti, e affermare che penso che le coppie dello stesso sesso dovrebbero avere la possibilità di sposarsi». Il presidente ha spiegato che è passato attraverso una lunga evoluzione, parlandone con la moglie Michelle, le figlie Malia e

Sasha, amici e consiglieri. All’inizio della carriera era contrario ai matrimoni omosessuali, ma col tempo è passato ad approvare le unioni civili, la fine delle discriminazioni verso i gay nelle forze armate, e ora le nozze. La ragione principale è la trasformazione che ha visto nella società. Le sue figlie hanno parecchi amici con genitori dello stesso sesso, e per loro non aveva senso trattarli in maniera diversa. Obama ha parlato anche del peso che la sua fede cristiana ha avuto nella decisione, perché da una parte molti credenti si oppongono ai matrimoni gay, ma dall’altra c’è la «regola aurea che ci chiede di trattare il prossimo come vorremmo essere trattati noi». Il presidente però non ha annunciato iniziative per favorire la legalizzazione delle nozze tra gli omosessuali a livello federale, limitandosi a dire che la questione normativa deve essere decisa dai singoli Stati.

Oltre agli aspetti personali, infatti, questa decisione ha un grande peso politico. Nel 2008 i gay avevano appoggiato in maniera massiccia Obama, ma ora erano delusi e rischiava di perdere il loro consenso per le elezioni di novembre. Domenica il vice presidente Biden ha dichiarato di essere favorevole ai matrimoni gay accelerando così la scelta di Barack. I suoi consiglieri erano divisi, perché da una parte la mossa di ieri recupera il sostegno di gay, giovani e liberal, ma dall’altra mette a rischio quello di molti elettori moderati, cattolici ed evangelici, che saranno decisivi in diversi stati determinanti come North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Colorado, Virginia. A livello nazionale, secondo la Gallup, il 50% degli americani è favorevole e il 48% contrario, ma il 65% dei democratici e il 57% degli indipendenti appoggia la scelta di Obama, contro il 22% dei repubblicani. Il presidente ha deciso che per lui era fondamentale mobilitare il sostegno della sua base, sperando di mantenere anche il consenso della maggioranza degli indipendenti, e quindi ha scelto di correre il rischio di cambiare posizione sui matrimoni gay. (dalla Stampa.it)

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