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sabato 16 settembre 2017

Recensione La pazza gioia

Il titolo sembrerebbe quasi un ossimoro, perchè nella pazzia non c'è nulla di gioioso .
Eppure il talentuoso regista toscano Virzì è riuscito a dare vita a questo film capolavoro, descrivendo il disagio della malattia mentale , con uno stile a dir poco geniale e senza ombra di dubbio creativo ; un mix perfettamente dosato di ironia, divertimento e momenti di intensa e profonda commozione.
Beatrice , interpretata magistralmente  da Valeria Bruni Tedeschi,( vincitrice del David di Donatello come migliore attrice protagonista)  è una nobile e ricca donna  ; viziata,logorroica , vanesia, eccentrica e terribilmente snob ...
Donatella. interpretata dalla sempre bella e brava Micaela Ramazzotti,  è una giovane e bellissima donna; fragile, riservata, introversa  e silenziosa ; quasi assente con il pensiero ; sembra sempre smarrita e vulnerabile.
Ma cosa hanno in comune due donne cosi apparentemente diverse tra loro?
Sono entrambe ospiti di Villa Biondi , una comunità terapeutica in provincia di Pistoia .
La comunità si occupa del recupero di donne affette da varie patologie mentali e psichiatriche .
Le due giovani donne si ritrovano a condividere insieme un progetto creato dai responsabili della comunità e cioè  inserirle in un programma  rieducativo, consentendo ad entrambe di lavorare per qualche ora a settimana in un vivaio , vicino alla loro struttura terapeutica .
Approfittando di un momento di confusione , le due donne riescono a fuggire dal vivaio e prendere un bus di linea urbana ; sono finalmente libere .
Inizia da questo momento una serie di esilaranti e , nello stesso tempo, drammatiche avventure che le vedrà uniche e straordinarie protagoniste  di uno dei film più belli ed intensi del cinema italiano degli ultimi anni.
Queste due ''Thelma e Louise'' nostrane, con la loro fuga, la loro voglia di libertà ci accompagneranno attraverso un viaggio sulle ali delle emozioni più pure e vere.
E ci accompagneranno anche alla scoperta del disagio che nasce dalla malattia mentale, quella poco compresa perchè destabilizzante e quindi causa di pregiudizi , quella che nessuno o pochi riescono a concepire o ad accettare, perchè un'' matto''  è quasi sempre sinonimo di ilarità o spesso vergogna ,imbarazzo, disprezzo ..... Beatrice e Donatella impareranno ad ascoltarsi , a sentirsi , a fondersi l' una nella sofferenza dell'altra; nella tristezza di una solitudine interiore che nessuno ha mai accolto , che nessuno ha mai rispettato.
Per chi non avesse ancora visto La pazza gioia . non voglio descrivere neanche una singola scena di questa pellicola , perché vale la pena di godere di ogni  momento di questo eccellente  gioiello cinematografico .
Ma vi posso assicurare che sarà alquanto improbabile che non possiate ridere alle esilaranti battute di Beatrice o non possiate commuovervi alla storia che si cela dietro la tristezza e la fragilità di Donatella . Due universi confusi e soli, che riescono a comprendersi , perché  figli della stessa malinconia e dello stesso caos esistenziale.
Due creature meravigliose che vi entreranno nel cuore , soprattutto per la tenerezza e protezione che avranno l'una per l'altra. Un finale dolce e amaro, che lascerà posto alla speranza e alla consapevolezza che forse la gioia va  cercata e conquistata , anche attraverso la follia.
Gina Margiotta






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