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giovedì 12 aprile 2012

Cronaca di un folletto sindacalista ...racconto di Gina Margiotta

Un numeroso gruppo di  elfi operai si insinuò all'interno di una taverna  persa nel bosco dell'immoralità. La notte era cupa . Pareva che le stelle  si fossero trasformate in travestiti dagli abiti di paillettes.
La piccola taverna era all'ombra di un ippocastano dalle foglie color fuxia ; immerso nel giardino   della casa di un piccolo  folletto sindacalista. La minuta creatura era  chiamato da tutti Parastinco.
Egli era un folletto di spiccata ed esuberante personalità .
Innamorato sin dall'infanzia di una pianta di fichi d'india , si accorse verso il sedicesimo anno di vita,  che se voleva approfondire il rapporto , doveva correre il rischio di pungersi  tutto il piccolo corpicino.
E fu così che decise di lasciare il luogo dove aveva vissuto sino ad allora  e costruirsi una nuova esistenza , lontano da quella pianta grassa che lo attraeva , ma che l'avrebbe sicuramente portato in un mondo di sofferenza e di dolore. E fu proprio quella sera stessa , in quella taverna persa nel bosco, con le voci degli elfi operai  che gli ronzavano nelle orecchie,  che Parastinco si alzò , pagò la sua consumazione di acqua piovana , diede un ultimo sguardo al locale , che per tante sere lo aveva ospitato, ed uscì ad affrontare il freddo della notte.
Si incamminò  verso casa , con la mente piena di nuove idee ed un nuovo entusiasmo  che sembrava stimolare ancor più la sua voglia di partire. Finalmente arrivò a destinazione .
La sua era una piccola dimora , subaffittata con Tamara ; una piccola scoiattola che coltivava grandi sogni di gloria, appassionata di teatro e di recitazione.
Fortunatamente quella sera , Tamara doveva presenziare come madrina al concorso di bellezza di Miss Fatina del bosco. Conoscendo la sua melodrammatica coinquilina , Parastinco sapeva benissimo che avrebbe dovuto assistere ad un congedo tragico , stile sceneggiata napoletana alla Mario Merola.
Parastinco preparò il suo piccolo bagaglio e uscì dalla piccola casetta.
Sapeva che una parte di quel piccolo e tenero mondo gli sarebbe mancato molto.
Ma d'altronde non aveva legami particolari che lo trattenevano , visto che era orfano e che era stato allevato grazie alla popolazione del piccolo villaggio del bosco.
Si incamminò verso il sentiero e diede un ultimo sguardo all'unico luogo che avesse mai conosciuto.
Poi si voltò , sorrise e si allontanò.
 "Ritornerò !" disse a se stesso .
Ma le luci del villaggio erano ormai lontane .
La sua nuova vita era appena cominciata.

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