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venerdì 22 novembre 2013

Lettera alla Sardegna Di Roberto Vecchioni

Qualche giorno fa, l'isola della Sardegna è stata colpita dall'ennesima  alluvione che , oltre alle 16 vittime accertate, ha causato ingenti e pesantissimi danni al territorio. Senza stare a spiegare con le solite parole di circostanza il mio grande dispiacere per questa nuova tragedia, vi lascio le parole di un grande artista che ha voluto omaggiare questa terra , scrivendole una lettera.
Oggi è giorno di lutto Nazionale. Un forte abbraccio a chi ha perso i propri cari. Vi sono vicina. Gina .
 
 
Mi lega a voi, alla Sardegna, non solo una cittadinanza formale, ma una ben più alta affinità elettiva di sentimenti e sensazioni: mi sento un sardo, sono un sardo.
 Non è la terra di amici miei ad essere stata sconvolta, no, è la mia stessa terra.
C'è nella ricorrenza fatale, nel perdurare di questi disastri, quasi uno spregio, una incomprensibile sfida del destino contro il popolo che meno di tutti merita il dolore e la distruzione; ma d'altronde è nella sintassi stessa del vivere sardo essere soli contro tutti e tutto, vivere come "canne al vento".
Vi abbraccio, vi abbraccio tutti in questo silenzio improvviso che risponde al tuono e alla morte: vi penso non come un eccezionale incontro, ma come la gente della mia vita a cui più assomiglio per volontà, dignità, senso morale.
Tra i miei ricordi trovo, per darci una sorta di consolazione, le parole bellissime tratte da un frammento del grande poeta greco Archiloco: "Cuore, mio cuore sconvolto - in mezzo a pene senza fine tirati su - a petto in fuori aspetta l'assalto - dei nemici: stai ben fermo all'istante - dello scontro e se vinci non metter su - arie, se sei caduto non affliggerti - girando col muso per casa: no no - goditi i tuoi momenti di gioia e - affliggiti al dolore quanto basta, impara - la melodia, il ritmo della vita umana". Tornerò presto ma in verità da voi non sono mai partito, è come se fossi lì a dirvi, gridarvi, sussurrarvi "si ricomincia", perché gli uomini sono troppo grandi per darla vinta al destino.
(Roberto Vecchioni, Milano 21 novembre 2013) -

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