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mercoledì 19 settembre 2012

Recensione del film Il Gattopardo di Gina Margiotta

Luchino Visconti è stato, senza dubbio alcuno,  uno dei più talentuosi e geniali registi cinematografici del ventesimo secolo. Chi conosce ed ama  la settima arte, saprà  certamente che Visconti esordì  nel lontano 1943 con il film Osessione , e che si fece subito notare grazie a capolavori neorealisti come Bellissima, con una straordinaria Anna Magnani ,Senso e Rocco e i suoi fratelli: spaccati di vita che ben descrivevano usi e costumi,  pregi e difetti dell’Italia dell'immediato dopoguerra.
 Nel 1963, distanziandosi a livello tematico dalle opere precedenti, Visconti realizza la trasposizione cinematografica del famoso romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Forse in assoluto la sua migliore opera.
Una vera e propria icona del Cinema Mondiale ; una fotografia curata, interpreti straordinari e un taglio registico degno  solo dei grandi eletti....i discepoli prediletti di quell'arte meravigliosa che non finisce mai di farci sognare . La trama , per chi ha letto il romanzo, non è poi un segreto.

E' il 1860.
Garibaldi e le camicie rosse sbarcano In Sicilia per cacciare il regno borbonico e avviare il processo per unire finalmente L'Italia.
 L’aristocratico Don Fabrizio (Burt Lancaster), Principe di Salina, pur rendendosi conto dell'epilogo  del predominio aristocratico, organizza insieme con  la sua famiglia il viaggio annuale verso la ricchissima residenza di campagna di Donnafugata.
Giunto sull'abituale luogo di villeggiatura, Don Fabrizio conosce il neo eletto sindaco e si accorge che il governo è ormai tra le grinfie dei ricchi borghesi.
Sebbene sua figlia Concetta sia innamorata del cugino Tancredi (Alain Delon),appena arruolato tra le file  garibaldine ,  non può ignorare la simpatia che il giovane uomo comincia a provare nei confronti  di Angelica (Claudia Cardinale), la bellissima figlia del Sindaco. Così, con grande malincuore , Don Fabrizio è costretto a benedire  l’inaspettato legame tra la nuova borghesia e l’aristocrazia in declino.


Visconti riporta così sul grande schermo l'epocale romanzo di Tomasi di Lampedusa,  riuscendo ad evidenziare la fondamentale tematica  del cambiamento storico-politico, usando il personaggio di Don Fabrizio  come portatore  di un messaggio innovativo, ma con una profonda e insanabile ferita, dettata dalla nostalgia per tutto ciò che sta cambiando.....anche se poi in realtà ....tutto rimarrà inspiegabilmente uguale....tutto inesorabilmente immutato.
Un lavoro produttivo senza alcun precedente, che riportò in vita gli ambienti della borghesia siciliana, i meravigliosi costumi dell'epoca e le accattivanti atmosfere che nel romanzo erano soltanto intuibili , nel film diventano realtà visiva e concretamente palpabile.
Tutto in questa pellicola è meravigliosamente curato nel dettaglio;  l’uso delle luci, la maestosa colonna sonora composta dal maestro Nino Rota, le inquadrature morbide e accarezzate, gli arredi nobili dell'epoca di fine Ottocento.
 Senza , ovviamente tralasciare un cast stellare che vede Burt Lancaster recitare in una delle più intense interpretazioni della sua lunga carriera . E i bellissimi e giovanissimi Alain Delon e Claudia Cardinale a rendere tutto il contesto ancora più affascinante.
 Memorabile la scena del Ballo , dove l'anziano  Principe invita a danzare la giovane e bellissima Angelica .
Pensate che solo per quella sequenza furono usate soltanto candele vere.....devono essere state migliaia ...ma questo per farvi capire il perfezionismo  e  la professionalità di Visconti.
Qualche anno fa, Il Gattopardo uscì anche in versione restaurata , conferendo all'opera , un' ulteriore impronta di fascino ed immortalità ...che rimarrà nella Storia del Cinema Mondiale.
A me personalmente , colpisce molto  la parte finale, dove un malinconico e disilluso Don Fabrizio, si esibisce in un monologo magistrale ed indimenticabile;  dove le parole intense e struggenti ti invadono dentro,fino a quasi commuoverti l'anima ...un perfetto epilogo  di un film che posso solo definire "Capolavoro".

Citazione: Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene. E tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli o pecore, continueremo a crederci il sale della terra.


                                             

                                                                      

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