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domenica 27 maggio 2012

Recensione del film Romanzo di una strage


Ieri sera sono andata con un amico a vedere il film Romanzo di una strage. 
Appena uscito nelle sale , non ho avuto il coraggio di andarlo a vedere , non ero pronta psicologicamente. A distanza di quasi due mesi dalla sua uscita , finalmente mi sono decisa e devo ammettere che il risultato è stato più che soddisfacente.
Il film , diretto dal grandissimo regista Marco Tullio Giordana , narra uno dei periodi più misteriosi e bui della storia della nostra Repubblica.
La bomba in Piazza Fontana , il caso Pinelli, l’omicidio Calabresi , il periodo politico di Aldo Moro.
Romanzo di una strage è un film intenso , coadiuvato da una potenza narrativa , descritta in maniera asciutta , sintetica , essenziale. La forza della pellicola è quella di essere riuscita a descrivere un periodo storico drammatico , con uno stile elegante e senza la pretesa di traumatizzare lo spettatore, anche perché i fatti descritti sono già temi forti e impressionanti.
Ho apprezzato molto la scelta del regista di evitare le immagini delle morti di Pinelli e del commissario Calabresi. Il tutto viene descritto in maniera che lo spettatore intuisca ciò che sta per accadere senza necessariamente presentare sequenze violente , che avrebbero reso tutto più pesante e inaccettabile.  E inoltre ciò che maggiormente mi ha colpita di questo pregevole film è la solitudine di tre uomini così diversi tra loro, ma accomunati dallo stesso triste destino .
Tre figure umane che , ingiustamente, sono stati consegnati alla storia come martiri innocenti di quegli anni infami. Moro il politico integro e onesto, Pinelli l’anarchico idealista e Calabresi, il commissario spinto da veri valori di onestà interiore .
Tre uomini , che seppure nelle differenze caratteriali e sociali , avevano in comune un unico ideale di giustizia sociale e politica.
E rimane l’amaro in bocca nel  vedere questi uomini che avevano raggiunto la consapevolezza della verità , che li porterà a capire tutto, in un momento storico in cui la paura la faceva da padrone .
La paura del comunismo tanto temuta dagli americani, dei quali si intuisce l’impronta di quei tragici episodi, sembra imporre decisioni incomprensibili : infiltrare neofascisti tra gli anarchici , sui quali poi far ricadere  la colpevolezza degli attentati compiuti dai primi, il tutto diretto e armato dai servizi segreti italiani.  Romanzo di una strage vanta un cast eccellente . Su tutti Mastrandrea che ha ricoperto un ruolo difficile e tormentato con un’intensità espressiva degna dei grandi attori, ma anche Favino che a dire il vero non delude mai le aspettative e riesce sempre a calarsi nel ruolo con una capacità ammirevole e un Fabrizio Gifuni nel ruolo di un Moro tormentato e rasseganto…..da pelle d’oca. Quindi regia ed interpretazione si muovono in simbiosi in maniera perfetta e coinvolgente e il risultato finale è una pellicola che colpisce l’anima e la mente , un film che fa riflettere lo spettatore e lo riempie di sdegno e di sgomento all’idea di tutte quelle vittime innocenti che , come la storia insegna, purtroppo non hanno avuto giustizia .
La frase finale che compare sullo schermo è il perfetto epilogo che destabilizza senza lasciarti risposte adeguate “ Alla fine tutti risulteranno assolti , la strage di Piazza Fontana per la giustizia italiana non ha colpevoli” …. Allora viene spontaneo portare il pensiero a tutti quei misteri ancora irrisolti : Ustica, la bomba nella stazione di Bologna , Piazza della Loggia ,lo stesso rapimento e assassinio di Aldo Moro. Quante domande senza risposta, quanti misteri che tormenteranno per sempre gli animi di chi vive per la giustizia, per chi si batte ,m ogni giorno, per la verità , per chi ha ancora come priorità la possibilità di un sistema pulito e onesto. Un film indimenticabile…come la storia che viene narrata.
                                                              Gina Margiotta

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