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venerdì 24 febbraio 2012

Tamara de Lempicka ..una vita tra arte e tormento di Gina Margiotta


 

Il mondo dell’arte è sempre stato molto severo e discriminatorio nei confronti delle donne.
Provate a chiedere alle persone se ricordano i nomi di qualche pittrice, scultrice o  musicista di musica classica  e vedrete,che in pochissimi vi nomineranno personaggi femminili .
Per fortuna in mezzo a un mondo dominato prettamente da figure maschili , emergono figure talentuose e innovative come l’artista di cui andrò a parlare.
Tamara de Lempicka  risulta  essere nata il 16 maggio1898 a Varsavia , anche se diverse teorie attribuirebbero il luogo di nascita alla città di Vienna .
La madre  è polacca, mentre il padre è un ricco ebreo russo .
La coppia avrà tre figli, ma sfortunatamente il padre scompare quando la piccola Tamara ha solo 5 anni.  E anche qui i misteri si infittiscono in quanto non si ha la certezza se l’uomo sia scomparso in seguito ad un divorzio o se si fosse tolto la vita.
Tamara e la sua famiglia sono cosi costretti ad essere mantenuti economicamente dai nonni materni che allevano la bambina convincendola di essere una creatura dotata di straordinario estro artistico e creativo.  Durante la sua infanzia ha l’opportunità di viaggiare molto in compagnia sia della madre che della nonna . Ed è proprio la figura dell’anziana donna a convincerla a studiare arte  ,iscrivendola presso una scuola svizzera e poi in un prestigioso istituto polacco.
Durante l’adolescenza l’anziana  matriarca  muore e Tamara si trasferisce con la madre e i fratelli a San Pietroburgo , presso una zia , dove conosce un avvocato ventenne , che finisce per sposare dopo un paio d’anni di fidanzamento.
Ma proprio durante la cerimonia di nozze conosce un diplomatico con cui intreccia una relazione , subito dopo il ritorno del viaggio di nozze (non perdeva tempo la ragazza).
Durante la rivoluzione russa, il marito viene arrestato dai bolscevichi , ma verrà liberato soprattutto grazie alle influenti conoscenze della moglie.
Una volta scagionato il marito, la coppia decide di trasferirsi a Parigi , dove all’inizio degli anni ’20 nasce una bambina che verrà chiamata Kizette.
Proprio nella capitale francese , Tamara decide di riprendere gli studi di pittura , lavorando anche con artisti come  Maurice Denis e Andrè Lhote .
Nel giro di pochi anni , con uno stile del tutto particolare ed originale , diventa famosa come ritrattista col nome Tamara de Lempicka.
Ma ciò nonostante il suo matrimonio comincia a vacillare , la sua vita sentimentale è tormentata e comincia una relazione con una giovane vicina di casa .
Nello stesso tempo comincia a fare uso di droghe , alcool e frequenta locali per omossessuali, avendo numerosi amanti sia maschili che femminili e trascurando notevolmente sia il marito che la figlia.
In questa fase di vita mondana, ha la possibilità di conoscere artisti famosi come Joyce, Martinetti, Gabriele D’annunzio  . Alla fine degli ani ’20 , il marito decide di divorziare, stanco dei continui tradimenti della giovane moglie.  Inizia cosi per la pittrice un periodo di forte depressione , inseguendo sempre avventure , destinate a distruggere un già carente equilibrio psichico.
Anni più tardi conosce un giovane barone tedesco , con il quale decide di sposarsi.
A causa della seconda guerra mondiale  , la coppia si trasferisce negli Stati Uniti.
L’artista continua la sua carriera  , sempre oppressa da cambiamenti di umore al limite dell’esaurimento nervoso , ma , paradossalmente , questo stato emotivo le consente di lavorare senza un attimo di sosta . Agli inizi degli anni ’60 il il secondo marito muore e la pittrice   decide di trasferirsi in Texas , dove apprende e sviluppa una nuova tecnica pittorica : usare la spatola al posto del pennello . La critica dell’epoca la osteggia ferocemente .
La pittrice decide cosi di non esporre più le sue opere al pubblico .
Continua a viaggiare , soprattutto in Italia , ma verso la fine degli anni ’60 l’arteriosclerosi da cui è affetta peggiora e conseguentemente anche la sua depressione .
Ciò nonostante Tamara decide di tornare a Parigi, dove realizza diverse mostre e dove incontra un nuovo compagno che la assiste e le assicura una stabilità emotiva , sempre in bilico tra paura di fallire e l’incubo della solitudine.
Negli anni ’70 si stabilisce in Messico , e nel 1980 muore a causa di difficoltà respiratorie.
Il suo corpo verrà cremato e le sue ceneri sparse (secondo la sua volontà sul vulcano Popocatepeti)
La vita travagliata di questa grande artista , non ha mai condizionato il suo talento creativo.
Tipici del suo stile sono la ricerca quasi soffocata e sofferta dei chiaroscuri , contrastati da evidenti e intensi giochi di colore. Sono quasi sempre figure femminili ad essere ritratte , forse la scelta delle donne era dovuta alla sua bisessualità . Ma viene lecito da pensare che forse , la sua vera identità sessuale fosse , in qualche modo, soffocata , forse a causa anche dell’epoca in cui la pittrice è vissuta. Quello che appare evidente attraverso i suoi dipinti è che le donne ritratte abbiano in comune , tutte la stessa autentica e intensa malinconia . Questi sguardi quasi vuoti e nel contempo espressivi , queste labbra socchiuse  quasi a voler evidenziare , il dolore e la solitudine attraverso i silenzi. Ma questa è una mia personale opinione.
Amo questa pittrice , non solo per la sua tecnica ed il suo stile, ma anche per aver dimostrato che il mondo dell’arte non è riservato solo al potere maschile …che l’arte non ha un identità sessuale…..perché là dove si insidia l’emozione  e il genio …l’arte ne esce vincitrice.

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