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sabato 11 febbraio 2012

Luigi Tenco ...storia di un cantautore triste

Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura. (De Andrè)
          


Queste sono le strofe finali della canzone Preghiera in gennaio, che De Andrè scrisse e dedicò al suo caro amico Tenco, suicidatosi nel gennaio 1967, dopo essere stato eliminato al Festival di Sanremo.
Una storia che sconvolse e commosse l’intero panorama musicale dell’epoca.
Ma più che la storia , il vero mistero è legato alla personalità di un personaggio come Luigi Tenco.
Tenco era un cantautore geniale , affascinante,innovativo, sensibile, ma anche tenebroso , inquieto, scostante, ribelle. Nella sua breve ma intensa carriera ebbe la grazia di donarci canzoni bellissime e struggenti come Vedrai vedrai, Ciao amore ciao, Mi sono innamorato di te, Lontano lontano e molte altre.
Tenco si distingueva per la sua personalità introversa, per la sua predisposizione alla tristezza .
Innegabile resta comunque, la sua  vena poetica, densa di una sensibilità che si distingueva per originalità e  riflessione verso tematiche sociali e politiche importanti.
Un poeta..un menestrello di sentimenti opachi , malinconici, ma vivi, corposi, intensi.
Luigi Tenco muore il 27 gennaio 1967.
La sua canzone Ciao amore ciao venne esclusa dalla  finale dalla giuria del Festival di Sanremo.
Una canzone diversa, nuova, impegnata , il cui testo trattava il tema dell'immigrazione e della nostalgia dei giovani costretti ad espatriare per trovare lavoro. Un tema attualissimo , visto il contesto attuale dei nostri giorni. Ma questo non bastò ad evitarne l'eliminazione.
E lui sembrò non sopportarne il rifiuto.
La sua collega e compagna Dalida , che interpretava con lui il bellissimo brano, lo trovò nella sua camera d’albergo ; il corpo steso sul letto e un colpo di pistola alla tempia e sul comodino un semplice e sintetico biglietto .
Dalle testimonianze storiche sembrerebbe che sul messaggio lasciato la frase scritta fu più o meno così . “ Ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Compio questo gesto non perché sono stanco di vivere, ma come atto di protesta contro un pubblico che manda in finale una canzone come Io tu e le rose e manda a casa la mia canzone.
Spero che la mia morte serva a chiarire le idee a qualcuno.
Ciao Luigi “
Io non credo fosse solo questo il motivo di una decisione così estrema e dolorosa.
Tenco era un anima insoddisfatta , una creatura triste che faceva fatica a identificarsi in un mondo effimero e superficiale come l’ambiente dello spettacolo .
Le anime come  la sua , risultano , dunque, sempre in bilico , oppresse da un sistema nel quale non si riconoscono , una società  che li vede come creature “estreme” , al limite di una realtà che non ha comprensione degli animi troppo sensibili e fragili.
A pochi giorni dall’inizio del Festival canoro più famoso del nostro paese, volevo dedicare un post a questo indimenticabile artista . Colui , che sia per le sue opere che per il suo trascorso, ha lasciato un impronta  che è rimasta indelebile e che ha condizionato un fenomeno  che è stata la base della nascita di un genere musicale più evoluto ed impegnato , come quella dei cantautori che gli sarebbero succeduti. Tenco rimarrà sempre nell’immaginario collettivo come un simbolo di ribellione e di speranza contro un mondo che , fino ad allora, evitava di parlare del disagio dell'anima , che è il male più profondo dell’essere umano …un artista che è stato fonte d’ispirazione per tutti quei cantautori che hanno poi fatto grande la storia della musica italiana.    Gina Margiotta

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