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lunedì 24 marzo 2014

Recensione The impossible di Gina Margiotta

Una famiglia americana come tante è in viaggio per la Thailandia per trascorrere le vacanze natalizie.
 Una bellissima moglie Maria (Naomi Watts) un marito (Evan Mc Gregor) e tre figli piccoli.
 Ad attenderli , al loro arrivo, un favoloso e lussuoso resort mozzafiato, direttamente sull' Oceano.
 È il Natale il 2004, l’anno dello tsunami , il disastro naturale più violento e sconvolgente della storia dell'umanità.
La trama procede con la felice famigliola che comincia ad ambientarsi nel favoloso villaggio: c’è lo scambio dei regali natalizi, la cena di benvenuto , e la prima immersione nelle acque di un mare incontaminato,  pesci dai mille colori, la festicciola sulla spiaggia nella notte del Santo Natale.
La mattina seguente tutta la famiglia si reca nella piscina del resort ; rilassatezza e benessere....tuffi in acqua, risate e abbracci, giochi all'aperto, tranquille letture di un libro.
 La giornata è calda e il sole splende alto in cielo.
Nulla farebbe pensare ad un imminente disastro.
 Ma all’improvviso arriva l’onda.
 Devastante e invincibile.
Tutto è travolto dalla violenta e distruttiva forza dell'acqua.
È il terribile tsunami che ha colpito l’Oceano Indiano il 26 dicembre 2004, causando oltre 220mila vittime.
Il film racconta la storia  di questa famiglia sopravvissuta alla tragedia. Una storia realmente accaduta.
L’onda improvvisa separa il nucleo: da una parte Maria con il figlio maggiore Lucas  scaraventati chissà dove, faticosamente riescono a rimanere uniti aggrappandosi l’uno all’altro; dall’altra, il papà che riesce a prendere in braccio i due figli minori Thomas  e Simon  prima che l’onda mangi la terraferma.
Nessuno dei due sa che fine abbia fatto l’altro. La famiglia è separata e in preda alla disperazione più profonda.
A questo punto la trama si snoda su due temi paralleli: la sopravvivenza  ,le ferite gravissime causate dall’impatto, la realizzazione della tragedia  , i soccorsi ai dispersi, i ricoveri negli "ospedali" di emergenza.
 Le scene dello tsunami atterriscono davvero lo spettatore, l'ansia che il peggio deve accadere , lasciano un senso di angoscia che lo accompagnerà  per tutta la durata del film.
Effetti speciali davvero ricercati e perfetti nella loro potenza di tragicità.
Quello che viene dopo, cioè la storia della famiglia che sopravvive e si riunisce, procede incoerente fra la rappresentazione cruda e realistica della tragedia collettiva , che , a tratti, conferisce al film similitudini che ricordano i tipici reportage a taglio giornalistico. 
Il giovane regista catalano, Juan Antonio Bayona, riesce a creare una pellicola maestosa, dove gli effetti speciali si mischiano alle emozioni più forti che possano coinvolgere gli esseri umani; la paura, lo sgomento, la disperazione, il coraggio, la speranza.
Un film che già dal titolo e dalla locandina fanno presagire ad un "happy end", ma che lascia comunque lo spettatore con l'amaro in bocca ....per tutte quelle vittime , che diversamente dai protagonisti, non ce l'hanno fatta. E scene di solidarietà , di fratellanza umana ,di tenerezza infinita che ti commuovono fino alle lacrime.
Mi è piaciuto questo film. Forse sarà per il fatto che questa tragedia mi colpì molto.
Rimasi traumatizzata da tutte quelle immagini che trasmettevano i telegiornali. Traumatizzata e triste.
Al punto che , qualche giorno dopo, mi rifiutai di "festeggiare" l'ultima notte dell'anno.
Quella sera rimasi con un paio di amici in casa....niente musica, niente cene organizzate....solo tanta tristezza e disperazione. Forse mi ci voleva proprio la visione di questo film ....per comprendere che la vita , a volte, ci colpisce duramente , ma c'è anche quello spiraglio di speranza che ci tiene ancora in vita...che ci sussurra che a volte L'impossibile può anche accadere ..... e farci tornare a sorridere e a vivere......
 
 

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