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domenica 22 gennaio 2012

La tragedia della Costa Concordia di Gina Margiotta

                                      

Ho deciso volutamente di non scrivere subito qualcosa sul devastante incidente che è capitato vicino alle coste dell’isola del Giglio e che ha visto coinvolta la nave Concordia; punta di diamante della Costa crociere.Ma ora che è passata più di una settimana, sento la necessità di voler esprimere le mie sensazioni.
 Sulla Concordia è stato scritto e detto molto e non è possibile non associarsi alla commozione collettiva per la perdita delle vite umane e al biasimo per il comandante Schettino e alcuni rappresentanti dell’equipaggio .  Attualmente le vittime accertate sono 15 e i dispersi una ventina circa, tra cui una bimba di 5 anni. Il pensiero più profondo a tutte le famiglie che hanno subito queste gravi perdite. Ma andiamo a quella maledetta notte del 13 gennaio.
Il comandante della Concordia ha eseguito una manovra folle. E’ passato , con una nave di 300 metri , a 20 metri da uno scoglio emerso.
E , ovviamente, la nave si è incagliata procurando danni irreversibili e devastanti.
Schettino è la rappresentazione dell’italiano che tutti vorrebbero evitare di trovare sulla propria “rotta”….  Fino alle 20, 30 circa , la nave stava viaggiando ad una velocità di quasi 16 nodi.
Stando alle indagini in corso , l’avvicinamento al Giglio è intenzionale e avviene a velocità decrescente, ma senza ombra di dubbio elevata.
La Concordia ha iniziato la virata ,che negli obbiettivi di Schettino , avrebbe dovuto condurla a  costeggiare il Giglio  per così permettere al comandante di poter fare il suo tanto amato e fottuto (questo aggettivo e mio)  inchino, ovvero una sorta di saluto  “omaggio” all’isola che appare davanti alla visuale della nave stessa. Ma la manovra non è servita ad evitare il disastro.
Ed al momento del violento impatto , la nave ha cominciato ad imbarcare acqua, mentre i membri dell’equipaggio e il comandante cercavano di calmare i passeggeri , sostenendo che la situazione era sotto controllo ,mentre  una falla di circa 70 metri provocava il danno più evidente e pericoloso.
Ma , a questo punto, la storia assume delle ombre veramente tragiche e paradossali.
Mentre la vita di migliaia di persone era in stuazione di serio pericolo, quel gran simpaticone del comandante Schettino, pensava bene di abbandonare la nave a bordo di una scialuppa di emergenza.
Bella faccia di bronzo quest’uomo…nessuno gli ha mai detto che la prima regola degli uomini di mare è che , in caso di emergenza, il comandante è l’ultimo a dover abbandonare la nave?
Nel frattempo la Concordia si è inclinata di 90 gradi , creando un black out che è durato diversi minuti.
Dalla capitaneria di porto di Livorno è quindi arrivata una telefonata da parte del Capitan De Falco che , con voce arrabbiata e intimidatoria, obbligava Schettino a tornare sulla nave e riprendere il suo posto.
La telefonata è stata registrata e ha fatto il giro del mondo.
Se non fosse per la gravità della situazione , questo episodio potrebbe essere l’ideale per una gag comica, ma purtroppo la realtà non è poi cosi divertente.
Nei giorni a seguire se l’immagine del carnefice era cosi ben rappresentata da Schettino, l’immagine dell’eroe era completamente associata alla figura di de Falco.
E anche qua c’è molto da ridire. Eroe? Ma che cavolo stiamo dicendo, gente?
De Falco non ha fatto altro che il suo dovere, quello che avrebbe dovuto fare anche quel mentecatto incosciente di Schettino. Ma lasciamo questa polemica che è meglio.
Insomma dicevamo che la Concordia si è inclinata e questo basta per capire che l’emergenza è grave. Ma ciò che torna a sorprendere sono tutte le testimonianze di tutti coloro che sono riusciti a scampare a questo drammatico evento.
Scene di panico, soccorsi disorganizzati , equipaggio impreparato e incompetente, annunci vaghi e confusi…. E qual è stata la reazione? Esattamente quella che avviene quando si vive una situazione di disagio…e cioè…l’arte di arrangiarsi…. Tipicamente italiana aggiungerei io…
Centinaia di testimonianze tendono a portare alla luce verità innegabili.
Camerieri , cuochi, donne delle pulizie , ma anche gli stessi passeggeri che si aiutavano gli uni con gli altri. Bambini, persone anziane, disabili che sono stati lasciati abbandonati a se stessi.
Per fortuna  con perdite contenute….  considerato il sostenuto numero dei passeggeri.
Sarebbe potuto andare anche peggio.
Non voglio proseguire a lungo questo post, prima di tutto perché non credo di avere le competenze adatte e soprattutto perché le indagini ancora in corso  non sono ancora del tutto chiare ed esaudenti.
Ma una cosa vorrei poterla esprimere ed è la  mia più totale e sincera rabbia.
Ma com’è possibile che nel 2012 possa ancora accadere una situazione del genere?
Com’è possibile che sia stato consentito a certa gente di “governare” una nave di quella portata?
Com’è possibile che le guardie costiere o le Capitanerie di porto non avessero notato l’incredibile avvicinamento della nave alle coste dell’Isola?
Fa male doverlo ammettere , ma questa vicenda è la perfetta rappresentazione di un sistema che condiziona la nostra disgraziata patria.
Ci sorprendiamo che Schettino potesse avere un ruolo di responsabilità, quando per anni la nostra nazione è stata governata da cialtroni, incompetenti, soubrette e razzisti?
Ci sorprendiamo che colui che rappresenta una responsabilità , se la dia a gambe nel momento del bisogno? Ma quanto siete ingenui.  E’ così che tutto procede.
Dobbiamo renderci conto, che la tragedia della Concordia è l’ennesimo esempio di come si gestiscono certe dinamiche in questo paese, di come si decidano le figure gerarchiche che gestiranno e decideranno delle nostre esistenze.
La metafora più evidente di un Italia che continua a procedere con personaggi che non sono neanche capaci a gestire se stessi.E che creano soltanto guai e danni irreparabili.
Concludendo il post ….
Mi auguro almeno che  ,tutto questo delirio, possa almeno non avere delle conseguenze ancora più gravi. Auspico , ad esempio ,che si possa porre rimedio per evitare danni ambientali che rovinerebbero per sempre una meravigliosa perla del Mediterraneo. Davvero una beffa per gli abitanti di quell'isola paradisiaca che vivono, quasi esclusivamente, di turismo e di pesca.
 E auspico anche che la Costa Crociere non debba risentire economicamente  di questo enorme disastro, perché sarebbe la fine di un colosso e di conseguenza la perdita di migliaia posti di lavoro. Che in questo momento negativo sarebbe la ciliegina su una torta dal sapore amaro.
Tragedie che non farebbero altro che peggiorare un avvenimento  che , purtroppo, rimarrà nella storia della nostra disperata Italia.        

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