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domenica 29 gennaio 2012

La recensione del film I ponti di Madison County

         

I ponti di Madison County è una pellicola  del 1995 , diretta da Clint Eastwood .
Il film è un racconto , vissuto totalmente  attraverso il diario  che una donna di nome Francesca , fa trovare  ai propri figli dopo la sua morte.
Nella torrida estate del 1965 , in un’isolata fattoria dello Stato del Iowa  , circondata da un pacifico silenzio e da immense distese di prati verdi, abita la famiglia Johnson .
La storia principale si dedica e si concentra sulla figura della madre Francesca (Meryl Streep) di origini italiane, la quale , in occasione di un breve viaggio del marito e dei due figli , rimarrà sola per qualche giorno con la volontà di prendersi cura della propria casa e di dedicare un po’ di tempo per se stessa. 
Francesca è una donna che ha appena superato i quarant’ anni , apparentemente serena
e soddisfatta , ma anche “rassegnata” da una quotidianità senza emozioni e novità.
E durante l’assenza dei suoi famigliari , avviene l’incontro con Robert ( Clint Eastwood) , fotografo del National Geographic .
L’uomo si ferma a chiedere informazioni sul tragitto da percorrere e Francesca , libera da qualsiasi impegno quotidiano , prende la decisione di fargli da guida.
Inizia così un’ avventura  , destinata a diventare per entrambi i protagonisti, la storia d’amore più importante della loro vita.  Giorni che diventano i singolari ed unici testimoni di un sentimento destinato a crescere ; in un esplosione di sensazioni carichi di sconvolgente e profonda passione .
Robert è un uomo di mezza età , molto misterioso ed affascinante , che si è sempre dedicato alla sua professione di fotografo e che non ha mai preso in considerazione l’idea di crearsi una famiglia .
Ed è proprio da questo contrasto, da questa differenza tra i due protagonisti, che, paradossalmente,  si instaura un ‘ intesa particolare  tra i due personaggi.
La loro passione non è motivata solo e semplicemente da un’attrazione fisica, è qualcosa di assai più profondo , un ‘incontro di due menti che riescono a comunicare in tutta naturalezza , con una capacità di  comprensione che prevarica ogni cosa , una sintonia di due cuori che battono allo stesso ritmo . L’affinità tra i due è meravigliosa, quasi il perfetto e ideale incontro con la propria anima gemella.  I ponti assumono , dunque, la metafora dei luoghi d’incontro tra due essere affini….i ponti cosi utili per unirsi e cosi predisposti alla separazione.
Come nella vita….il ponte rappresenta la scelta….la scelta di percorrerlo , la scelta di evitarlo e tornare indietro.  Quando il quarto giorno arriva , Francesca si vede costretta a prendere la decisione più importante della sua esistenza.
E avviene allora che la loro intensa storia d’amore , con il ritorno della famiglia giunge ad un bivio: seguire la volontà del proprio cuore o restare  ancorati alle proprie responsabilità di moglie e di madre. La scelta sarà sofferta e tormentata.
E Francesca deciderà di rinunciare a Robert ….. ma da quel momento in poi la vita della donna non sarà mai più la stessa.
Francesca , infatti, porterà sempre con sé il ricordo del suo grande amore sofferto , ma almeno vissuto fino in fondo.
Un film magistralmente interpretato  che tocca il suo culmine in una delle scene finali…. In cui Robert , fermo ad un semaforo sotto la pioggia,  è a pochi metri di distanza da Francesca che vede il suo amato attraverso i vetri del furgone del marito.
La macchina da presa si posa e indugia sulle mani tremanti e nervose di Francesca, indecisa se aprire la portiera del furgone e raggiungere il suo amante.
La scena proseguirà con l’allontanamento definitivo di Robert, mentre il volto di Francesca sembra contenere tutta la disperazione e l’angoscia per la fine definitiva del suo sogno d’amore.
Nella lettera finale del suo diario, Francesca si congeda dai suoi figli con una frase che dice : “ Ho dato alla famiglia tutta la mia vita . A Robert voglio dare quello che ne resta”
Un ‘opera cinematografica , carica di innata eleganza, delicatezza che commuove e stupisce lo spettatore con uno stile che appartiene ai grandi film d’amore del passato.
Impeccabile , magnifico…… meraviglioso.     Gina Margiotta

1 commento:

  1. Clint Eastwood non scherza ,oltre ad averlo prodotto e interpretato ,soprattutto studiato nei minimi particolari e' stato interpretato da entrambi con eleganza, delicatezza , mi ha commosso e stupito, uno stile che appartiene ai bei film d’amore del passato.Meraviglioso .

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