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martedì 25 settembre 2012

Bianco rosso e Verdone di Gina Margiotta

Era il lontano 1981 quando questa indimenticabile commedia uscì nelle sale cinematografiche di tutta Italia.
Recensire questo film ,per quanto possa sembrare strano , non è affatto semplice.
Bianco rosso e Verdone è una pellicola ben costruita e strutturata , capace di far ridere a crepapelle , ma che lascia allo spettatore profondi spunti di riflessione.
La trama si svolge in pieno periodo d'elezioni politiche.
 Tre uomini, Mimmo, Furio e Pasquale, intraprendono ognuno un  lungo viaggio per recarsi alle urne  nella propria città di residenza.
Mimmo è un imbranato e timido ragazzo,  che accompagna la amatissima nonna che , a causa della sua avanzata età e problemi di salute ,  é sempre fonte di preoccupazioni per il  giovane nipote.
Furio è un logorroico e perfettino  capofamiglia di Torino,  che organizza i minimi dettagli del viaggio  e che finisce con l'assillare la dolce e remissiva consorte Magda.
 Infine Pasquale, emigrato di Matera in Germania, sposato con una donna tedesca , capace di cucinare solo salsiccia . L'uomo non vede l'ora di rientrare nel suo paese natale se non altro per mangiare decentemente, non dirà una parola per tutta la durata del  viaggio, comunicando soltanto a gesti.
Ma che alla fine del film, esasperato dalle "furberie" dei suoi connazionali ,si lascerà andare in un liberatorio e alquanto incomprensibile monologo finale.
Verdone è a dir poco straordinario a ricoprire i ruoli di tre personaggi così diversi tra loro .
E questo bisogna evidenziarlo e rendere merito al grandissimo attore e regista romano.
Bianco rosso e Verdone è la perfetta rappresentazione di un "italianità" ancora del tutto presente nel panorama culturale nostrano.....Il bamboccione, l'ignorante e l'uomo "perfettino" ....
Tre personaggi unici , particolari che riescono a farci sorridere proprio perchè riconoscibili negli stereotipi dei nostri mediocri connazionali. E nonostante le risate ,non mancano le situazioni che portano il nostro cuore a commuoversi...a provare tenerezza .....come la famosa scena del cimitero, dove una genuina Sora Lella passeggia  con il nipote alla ricerca della tomba di un'amica e non riuscendo a trovarla , si ritroverà a distribuire fiori sulle povere lapidi abbandonate . Probabilmente qualcuno di voi non sarà d'accordo , ma per me questa sequenza è "poesia pura".
Un film che mette in risalto tre vite diverse ...eppure tutte legate dalla stessa insoddisfazione esistenziale  e dalla rassegnata volontà di non riuscire a cambiare le cose per il meglio.
Una commedia che non stanca mai , un evergreen che riesce ,anche a distanza di anni , a trasmettere momenti indimenticabili  e che ha dato il via alla carriera di uno dei più grandi  comici della storia del nostro cinema.  Io mi congedo da voi con la scena a me più cara...proprio quella di Mimmo con la sua adorata nonna. Così colgo l'occasione di ricordare la simpatica e divententissima  Sora Lella, che io ho amato tanto.
                                                                                         

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