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venerdì 11 maggio 2012

Recensione del Libro Il coraggio del pettirosso


Il coraggio del pettirosso è il primo libro letto di Maurizio  Maggiani  e devo confessare che mi ha completamente conquistata. Nonostante , all’inizio,  la lettura  sia abbastanza ostica , con il trascorrere delle pagine, la trama ha cominciato ad intrigarmi sempre più , regalandomi istanti di immenso appagamento letterario .
Quella del pettirosso è , in realtà, una metafora  a cui si unisce l’esistenza reale di Saverio , con quella del  personaggio “immaginario e sognato” di  Pascal.
La metafora finisce così  di unirsi alla realtà , per approdare in un contesto fatto di ideologia di libertà , l’incessante e continuo viaggio alla ricerca di se stessi , delle proprie origini, del proprio passato. Il tema dell’anarchia è prioritario al fine della storia, ma ciò che va evidenziato è che non si tratta dell’ideale anarchico legato alla politica , ma ad una più profonda e matura riflessione verso la vita stessa , verso la libertà interiore .Ed è nel cuore di ognuno di noi , ricercare nelle radici del nostro passato , quella parte irrisolta e misteriosa  che rende la nostra esistenza unica e straordinaria.
Perché è in ognuno di noi che si cela il desiderio represso di cercare , costantemente, delle risposte ai nostri interrogativi , l’estrema e  dilagante volontà  di ritrovare il “nostro porto sommerso” .
Il viaggio del pettirosso comincia con la descrizione del ricovero ospedaliero di Saverio Pascale .
Il protagonista , ospite in un nosocomio di Alessandria d’Egitto , finisce con il narrare e descrivere la sua storia .  La nostalgia e la solitudine  interiore spingono Saverio ad andare  a ricercare le radici  della sua famiglia , scavando , senza tregua, nella memoria  di un passato  sconosciuto e lontano .
Al ritorno di un viaggio nel deserto di Siwa  e un breve soggiorno in Italia , Saverio  cerca le risposte per riappropriarsi delle proprie origini , attraverso le  dolorose ed incantevoli avventure  del soldato Pascal  e della sua amata compagna . In questo viaggio  fantasioso e storico , Saverio crea l’opportunità di ricongiungersi  alla figura del suo compianto padre ; l’anarchico fornaio  (amante della poesia di Ungaretti) che la sera amava raccontare al piccolo figlio , la leggenda del pettirosso  e del suo ostinato e caparbio coraggio.
Ne esce fuori  la morale di un’audacia ammirevole; la capacità necessaria  per affrontare e combattere  la prepotenza e  l’arroganza della gerarchia degli  uomini potenti.
Con l’aiuto ed il sostegno di Fatiha , la straordinaria combattente palestinese , Saverio  trova la forza e la determinazione , di ricostruire  quel passato nascosto che lega le origini di un padre scomparso troppo presto . Maggiani  ha saputo descrivere la storia in maniera evocativa , con un incredibile talento narrativo preciso e dettagliato.
Nel suo stile, riconosco l’incredibile capacità di assorbire le emozioni , trasformandole in parole , atte a raccontare una storia che tende a mischiare , con eccellente perfezione,  il passato con il presente.  E l’eredità che ci lascia è un omaggio alla memoria del nostro vissuto, al canto dolcissimo dei popoli  oppressi e straziati dalla sofferenza della storia .
Romanzo immenso, unico, superlativo, epocale.

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