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lunedì 12 marzo 2012

Emily Dickinson e l'arte della poesia di Gina Margiotta


Affinché si possa apprezzare l’opera poetica di Emily Dickinson , per comprenderne le  strofe e poter percepire il suo “mondo” , occorre mimetizzarsi o immedesimarsi in quella realtà che la poetessa americana si era creata.

Nata nella cittadina di Amherst  negli Stati Uniti nel 1830 , a poco più di vent’anni Emily Dickinson  si ritirò quasi completamente dalla vita pubblica e sociale della sua epoca.

La sua esistenza si caratterizza in una percezione interiore che ha l’essenza della solitudine .

La sua poesia si tramuta così in un’alternativa alla vita dalla quale lei fuggiva; una riflessione più intimista, un pensiero più spirituale, un concetto assai più sensibile e astratto , rispetto ad un mondo più concreto e reale.

Avevo solo quattordici anni quando, vagando tra gli scaffali di una vecchia libreria , incappai in un libro dalla copertina dai toni caldi e rassicuranti.

Non so per quale motivo presi tra le mani quella raccolta di poesie di un ‘artista completamente sconosciuta. So soltanto che , sin dalle prime pagine, venni completamente rapita dalle parole , come assorbita da quelle strofe così evocative e profonde.

E fu così che acquistai la mia prima raccolta poetica di Emily Dickinson.

Con il tempo, crescendo e maturando , scoprii come l’interpretazione di alcuni suoi versi , conciliassero perfettamente con i miei pensieri.

La poesia è un’arte bislacca …non la si deve comprendere , la si deve soltanto amare.

La poesia è la porta aperta verso i nostri più reconditi  desideri; come la punta di un iceberg  che emerge dai fondali dell’oceano , per capire quale significato abbia la luce del sole, il caldo azzurro del cielo. Emily Dickinson ha creato una dimensione  alternativa alla vita reale …si è inventata un universo individuale , dove il suo ruolo di spettatrice ha evidenziato la sua visione  complessa della vita , attraverso gli occhi dell’osservatrice distante.

La sua composizione  spesso è impregnata da sfumature malinconiche e solitarie , ma lascia comunque aperti gli spiragli del romanticismo più estremo , di una dolcezza tipica di una femminilità forse un po’ soffocata , ma mai stanca di amare l’esistenza e la natura in ogni sua forma.

E se il lettore ha il privilegio di assaporare le sue opere , se libera la mente da preconcetti autoritari e arroganti, allora comprenderà anche l’essenza di una semplicità , il più delle volte, allontanata dalla stupidità e dalla arroganza umana.

Scoprire quindi la bellezza , il reale valore di un animo puro , permetterà al lettore  una visione nuova della parola amore , del vero significato del rispetto di un sentimento incontaminato.

La scelta di isolarsi , di vivere da eremita potrà scatenare il biasimo di tutti coloro che non comprenderanno come si possa decidere di non vivere “personalmente” le proprie emozioni.

Ma come possiamo permetterci di giudicare una situazione  , se non l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle? Emily Dickinson era , fondamentalmente, una donna introversa, insicura, vulnerabile .
E seppure dotata di un talento straordinario , durante la sua esistenza , non vide quasi mai la pubblicazione dei suoi scritti. Fu solo dopo la sua morte che le sue poesie furono trovate dalla sorella. E , purtroppo, fu solo dopo la sua morte che le sue opere divennero famose in tutto il mondo.   Insieme a Neruda, Tagore, Alda Merini, Hikmet , la dolcissima Emily Dickinson  rimarrà per sempre una delle mie più grandi fonti d’ispirazione ; un icona che ha saputo intingere la penna nei suggestivi e penetranti colori dell’anima . Incantata da tanta bellezza , grata da tanta generosità non posso far altro che continuare ad adorarla . Non posso far altro che respirare la sua incantevole capacità creativa per andare avanti  così..giorno dopo giorno …a cercare, annusare , assaporare ciò che mi esplode nel cuore ….la dolce e delicata sensazione che l’arte della poesia mi sa donare.




Fammi un ritratto del sole

Così che io possa appenderlo in camera mia

E possa fingere di scaldarmi

Mentre gli altri lo chiamano " Giorno"!

Disegnami un pettirosso su un ramo

Così che io possa ascoltarlo mentre dormo

E quando cesserà il campo nei campi

Anch'io deporrò la mia illusione.

Dimmi se e' vero che fa caldo a mezzogiorno

Se sono i ranuncoli quelli che volano

O le farfalle quelle che fioriscono.

Poi, manda via il gelo dai prati

E scaccia la ruggine dagli alberi

Dammi l'illusione che ruggine e gelo

Non debbano più tornare!

1860

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