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venerdì 7 ottobre 2011

La tragedia delle morti bianche di Gina Margiotta

Un'altra imperdonabile tragedia è quella che è avvenuta a Barletta qualche giorno fa.
Non si fa altro che parlare del terzo mondo, e non ci rendiamo conto che una parte di quella realtà è insita anche nella cultura becera del nostro malato paese.
Cinque donne, cinque giovani vite, spezzate per sempre dall’ingordigia dell’uomo.
Maria , Matilde, Antonella, Tina e Giovanna erano i nomi delle operaie morte in un crollo di una palazzina di Barletta , in provincia di Bari.
La più giovane non aveva ancora compiuto 14 anni ed era la figlia della titolare della “ditta”.
Lavoravano in un laboratorio tessile , per la modica cifra di 4 euro l’ora ed ovviamente in nero.
Dopo la tragedia ,tante le polemiche,le opinioni buoniste,  i commenti ipocriti .
Alla radio ho persino sentito il parere di un opinionista (di cui non ricordo il nome , per fortuna) che sosteneva che, in fondo, il fatto che le ragazze lavorassero in nero è irrilevante.
Irrilevante ….sto paio di palle!!!!  E CHE CACCHIO….. scusate il francesismo
Il lavoro nero c’entra eccome.
Se quel maledetto laboratorio fosse stato in regola con tutte le norme vigenti , ci sarebbero stati dei controlli da parte delle istituzioni competenti .
Forse quelle poverette non avrebbero lavorato in un fatiscente sottoscala, come dei topi di fogna.
E poi mi tocca anche sentire i discorsi di certa gente che sostiene che , in fondo, se si accettano le condizioni lavorative non in regola , poi alla fine te la sei andata a cercare.
MA PORCA MISERIA…. Ma vi rendete conto che la gente è alla canna del gas?
Che alcune famiglie non riescono a dare da mangiare ai propri figli?
Che di questi tempi un lavoro in nero è sempre meglio  di nulla….perché come diceva mia nonna il niente non si conta, il poco si…. Un attimo….non fraintendetemi…io sono assolutamente contraria allo sfruttamento lavorativo, ma sono anche disoccupata da due anni e se mi capita di fare qualche “lavoretto “ extra io non lo rifiuto. Quindi posso capire il punto di vista  di chi vive questa condizione di disagio. Ma arriviamo al punto cruciale…. 
In questo specifico caso, a mio avviso, poi c’è anche l’aggravante del reato di abusivismo edilizio.
E allora viene da chiedersi , Ma lo Stato in tutto questo contesto , dove cacchio sta?
Ebbene si …come sempre in Italia il problema esiste soltanto quando ci scappano i morti.
Un paese che crolla sotto le macerie dell’indifferenza sociale , dove la povera gente può contare solo sulle proprie forze, dove le istituzioni sono assenti e forse, a volte, complici loro stesse di questa Babele dello sfruttamento.
Il mio pensiero adesso va soprattutto a quelle lavoratrici, che prima di tutto erano madri, mogli, figlie, sorelle , amiche. Ed un pensiero a tutte quelle vittime del lavoro, italiani e stranieri, che per tirare avanti, lavorano all’ombra di un sistema che le considera soltanto come dei numeretti da sfruttare, finché gli fa comodo. Concludo l’articolo , perché questa vicenda mi ha stremato e mi ha lasciato un amarezza nel cuore che faccio fatica ad esprimere.
Tanto , si sa, queste cose accadranno sempre…. E come sempre si diranno le stesse identiche cose, si ripeteranno sempre gli stessi e identici pensieri…..
E da domani tutto tornerà come prima….  così come sempre è stato

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