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venerdì 6 giugno 2014

Botero , il pittore delle creature "morbide" di Gina Margiotta

Fernando Botero, l'artista di cui andrò a parlare è un po' l'oggetto della discordia tra i più prestigiosi e
affermati critici  dell'arte contemporanea.
Alcuni di questi critici  ,infatti,  considerano il pittore e scultore colombiano, uno dei più grandi ed innovativi geni dell'età moderna, altri, in contrasto ritengono Botero una sorta di "bluff" , un "furbetto" che utilizza la sua fama internazionale , solo per incrementare un marketing ormai consolidato e redditizio .
A mio parere ci troviamo davanti ad un'artista originale , caparbio nella sua scelta dei soggetti da  lui ritratti.
Per chi conosce l'arte, seppure in maniera superficiale, non potrà non notare la differenza con altri artisti famosi che amavano dipingere soggetti dai tratti somatici esili, al limite dell'anoressia come Modigliani e Balthus .
Botero, infatti, ritrae le sue creature in maniera quasi grottesca ed ironica, conferendo a loro una fisicità morbida ed imponente.
Lo stile boteriano tende a riempire gli spazi della tela e degli altri materiali utilizzati , dilatando la forma; uomini, donne, bambini e animali acquistano dimensioni "allargate" dove i particolari diventano meno significativi , mentre i grandi volumi ammiccano vincenti e prioritari.
I personaggi del celebre pittore, tuttavia, sembrano apparire del tutto inespressivi , distaccati dalla realtà che li circonda.
Lo sguardo è perso nel vuoto, senza gioia , ne tantomeno dolore..... rimangono immobili , come bloccati dalla pesantezza della loro mole.
Ciò nonostante ogni sua opera trasmette un senso di serenità di soffice simpatia, di sincera spontaneità.
Nato il 19 aprile del 1932 a Medellin , Botero frequenta la scuola elementare proseguendo gli studi secondari presso un istituto , gestito da religiosi gesuiti .
Al compimento del dodicesimo anno di età, lo zio materno lo iscrive in una scuola per addestrare toreri, dove rimarrà per due anni consecutivi.
Frequentando il caffè "Automatica", conosce alcuni personaggi legati all'ambiente artistico dell'epoca tra cui lo scrittore Jorge Zalamea.
Negli anni successivi, appena raggiunta la maggiore età, si trasferisce a Bogotá , entrando a far parte di alcuni circoli culturali, poi a Parigi dove si dedica allo studio degli antichi maestri dell'arte pittorica. Dopo vari spostamenti in giro per l'Europa ( Spagna, Francia, Italia) a metà degli anni '60 si trasferisce a New York dove comincia a concepire l'idea di un nuovo stile pittorico e scultoreo a cui dare vita.
Negli anni '70 inizia a realizzare le su prime sculture.
Sposatosi nel 1955 con Gloria Zea , con la quale si separerà , Botero ebbe insieme alla prima moglie tre figli. Nel 1963 si risposò con Cecilia Zambiano.
Purtroppo , in quegli anni, il figlio prediletto Pedro di appena quattro anni , morì in un incidente stradale, dove venne coinvolto lo stesso Botero.
E fu proprio la tragica perdita di quel figlio così tanto amato, che Botero cominciò a ritrarlo in parecchie sue opere pittoriche e scultoree.
Nel frattempo, la sua fama cominciò a crescere e l'eco del suo successo arrivò ai quattro angoli del mondo , facendo diventare Botero uno dei più grandi artisti dell'epoca moderna e contemporanea.
Ho voluto omaggiare Botero perché adoro le sue meravigliose creazioni.
Adoro la sua ironia, la sua semplicità e la sua disponibilità nel ritrarre dei soggetti a volte "scomodi" e "inopportuni" in un mondo che vive solo di estetica e di apparenza.
E , forse, è proprio questo che lo rende straordinario ed unico ai miei occhi.
Un genio "morbido" che con grande talento , rende le sue opere simpatiche e , paradossalmente, lievi e "leggere" ....nel senso migliore del termine


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