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martedì 4 ottobre 2011

Recensione del libro Il Cacciatore di aquiloni 
C’è stato un tempo in cui Kabul era una citta splendida, magica, libera .
Un tempo in cui le donne potevano vestire come credevano, dove i giovani potevano continuare a studiare, dove i bambini potevano far vibrare i loro aquiloni in cielo.
Ma ditemi , amici del blog,  voi avete mai letto Il cacciatore di aquiloni?
Parlare di libro mi pare riduttivo.
Questo romanzo è il più bello che abbia mai letto in vita mia.
Senza ombra di dubbio.
Quando lo acquistai fu semplicemente per pura fatalità.
Giravo attenta tra gli scafali di una libreria della mia città , alla ricerca di qualcosa di nuovo ; un nuovo compagno di carta che potesse incantare le mie serate a casa.
Poi , all’improvviso, fui attratta da una copertina dallo sfondo chiaro, dove era ritratto il volto di un bellissimo bambino dagli occhi dal taglio orientale.
A completare l’immagine un telo di tessuto rosso , che andava a coprire il resto del volto del piccolo bimbo. Lessi le prime righe e , spinta da un istinto sincero, mi incamminai verso la cassa.
Durante il rientro a casa , sul bus, cominciai a leggere attentamente. E fui rapita.
Completamente coinvolta . Non riuscivo a staccare gli occhi da quelle pagine .
Dopo le prime righe , il tempo si dissolse.  Lo terminai in soli due giorni.
Il cacciatore di aquiloni ; opera prima dello scrittore   Khaled Hosseini , parla di un’ amicizia che attraversa trent’anni di storia afgana.
Amir e Hassan  sono due bambini , cresciuti insieme , nonostante  i loro ceti sociali differenti.
Amir , figlio di un ricco e colto uomo d’affari, è un bambino di razza Pashtun, ovvero la classe “eletta”, mentre Hassan , è un bimbo di razza hazara, quella notoriamente appartenente alla gente umile e povera.  La loro amicizia sembra destinata a durare per sempre.
Hassan prova una specie di venerazione per il suo amico Amir ; lo segue sempre, lo ascolta mentre racconta le sue storie, lo asseconda in ogni suo capriccio.
Gli anni passano e purtroppo Kabul cambia.
Con l’avvento del governo talebano , la spensieratezza e la libertà vengono spazzate via.
E in una fredda giornata invernale ,durante una gara di aquiloni, il destino dei due piccoli amici, verrà cambiato per sempre, a causa di un avvenimento sconvolgente che vedrà Hassan vittima di uno stupro ; con un Amir che assiste all’episodio , incapace di difendere il caro compagno .
Il romanzo prosegue in maniera struggente. Passano gli anni.
Ora Amir vive negli Stati Uniti; è sposato, è appagato dal nuovo lavoro e soprattutto  riassapora la libertà che era stata negata al suo paese. Ma , a volte, la vita ti presenta il conto del passato.
Ed è cosi che Amir viene contattato da un amico di famiglia , che vive ancora a Kabul e che gli chiede di tornare a casa , per avere la possibilità di poter aiutare un bambino in grave pericolo di vita ; il figlio del suo caro amico Hassan.
Il cacciatore  di aquiloni , a mio avviso, è un romanzo che parla di amicizie forti, di legami famigliari indissolubili, ma più di tutto parla della possibilità di riparare i nostri errori passati.
Un libro che parla  di riscatto morale, che descrive , alla perfezione, le sensazioni legate ai nostri più nascosti segreti e alle nostre più inconfessabili colpe.
Non riuscirete ad evitare le lacrime. Questo è un CAPOLAVORO , che vi assorbe, che vi penetra l’anima. Vi rimarrà addosso come una seconda pelle.
Intenso, meraviglioso, commovente….. UNICO….   E se non l’avete ancora letto…..beh FATELO….altrimenti vi privereste di un dono davvero speciale.   Gina Margiotta

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