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sabato 19 novembre 2011

Il mito di Audrey Hepburn e Colazione da Tiffany di Gina Margiotta

Da una recente statistica risulta che 9 donne su 10 vorrebbero assomigliare ad Audrey Hepburn.
E direi che non c’è nulla da meravigliarsi, considerando il fatto che, la celebre attrice, oltre ad essere ricordata per le sue straordinarie doti interpretative , è da considerarsi da sempre anche  un’icona
di stile , eleganza e raffinatezza. Di una bellezza semplice e genuina , Audrey Hepburn incarna , alla perfezione, la rappresentazione  della femminilità più assoluta.
La sua carriera cinematografica è stata costellata da strepitosi successi :Sabrina, Colazione da Tiffany, Cenerentola a Parigi, Sciarada , My fair lady etc etc…..
La sua leggenda è sempre più viva e presente che mai ed , ormai, la sua indimenticabile immagine è legata a vari gadget  come maglie, borse, bigiotteria , quadretti e foto varie.
Proprio quest’anno ricorre il 50° anniversario dell’uscita di uno dei suoi film più famosi, che , tra l’altro , è proprio il mio preferito: Colazione da Tiffany di Blake Edwards .
In occasione di questo importante avvenimento il film è stato riproposto in versione restaurata nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.
La trama del film riprende lo spirito del celebre romanzo omonimo di Truman Capote anche se le modifiche che apportò il celebre sceneggiatore George Axelrod, furono numerose, soprattutto nel delineare i profili dei personaggi principali .  Infatti nel romanzo il personaggio di Holly Golightly era descritta palesemente, come una spregiudicata prostituta, mentre nel film la protagonista sostiene un alquanto discutibile vita mondana, accompagnata a uomini facoltosi in cambio di denaro e intrattiene una stramba relazione di amicizia con il gangster Sally Tomato , a cui trasmette , con estrema e adorabile ingenuità, messaggi in codice, pensando che si tratti di previsioni del tempo.
Paul Varjak (George Peppard) ,suo vicino di casa , scrittore in crisi creativa e mantenuto da una matura donna ricca, piomba , improvvisamente, nella sua esistenza.
Tra i due giovani scatta ,immediatamente, una forte sintonia e diventano prima buoni amici e poi  qualcosa di più. Ma Holly  (in realtà il suo vero nome e Lula May) nasconde al mondo la sua vera identità . Infatti le sue vere origini sono contadine e , nel corso della pellicola, si scoprirà che da ragazzina fuggì da un marito molto anziano, sposato in età adolescenziale.
Arrivata a New York , Lula May cambia nome e stile di vita e sogna un matrimonio di convenienza per garantire a se stessa e all’adorato fratello Fred , un avvenire migliore, anche a costo di rinunciare , cinicamente e consapevolmente, alla possibilità di un grande e vero amore.
Ma l’incontro con Paul , stravolge i suoi  strampalati piani di arrampicatrice sociale. E  dopo la morte improvvisa di suo fratello Fred, Holly si convince che la sua vita deve percorrere la strada della finzione , cercando di convincersi che il suo unico destino è quello di  vivere agiatamente, senza preoccupazioni di genere economico.
Soltanto alla fine , Holly si renderà conto che, in fondo il suo modo di vivere come spirito libero è , in realtà, un atteggiamento imposto che la rende , comunque, prigioniera di se stessa.
Ed è così che comprenderà che  l’unico modo di essere veramente liberi e felici è quello di amare con sincerità e passione . Che l’unica strada della serenità è quella di appartenere a qualcuno che ci ami con tutto il cuore. Leggendaria l’ultima scena sotto la pioggia.
Holly abbandona il suo gatto, in un vicolo disabitato, quasi a voler punire se stessa.
Infatti la similitudine tra lei e il felino è proprio quella di considersi “randagi” nei confronti della vita e dell’amore . Dopo una scenata di Paul, che la rimprovera di essere una vigliacca  e di non avere il coraggio di amare, Holly parte alla ricerca del suo amato gatto.
Lo troverà rifugiato tra i cartoni; bagnato fradicio e spaventato.
Lo nasconderà nel bavero del suo impermeabile per proteggerlo dalla pioggia, mentre le  grandi braccia di Paul la stringeranno forte ….. un lieto fine romantico…. Proprio come piacciono a me e a tutte le donne che avranno sempre come mito intramontabile quella favolosa creatura di nome Audrey Hepburn.

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